Il direttore di Libero non è convinto di come sono andate le indagini attorno alla sparizione della bambina.
Vittorio Feltri non è convinto di come sono state svolte le indagini relative al caso Kata, la bambina scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze. Il direttore di Libero ha scelto di dedicare alla vicenda il suo editoriale odierno, avanzando dei sospetti su come hanno agito le forze dell’ordine.
“Due giorni fa – scrive Feltri – lo zio e due ceffi, residenti nell’albergo dismesso e abusivamente occupato, sono stati arrestati con l’accusa di aver gestito le camere, esigendo da chi le abitava affitti totalmente illegali. Mi pare che la cattura del trio sia tardiva, e stupisce che i genitori della fanciulla soltanto adesso siano sottoposti a lunghi interrogatori“
Le colpe del comune di Firenze
Per il direttore di Libero parte della colpa va anche a chi amministra il comune di Firenze. Chi gestisce il capoluogo toscano, per Feltri, “non si è mai accorto che esso fosse divenuto da tempo una sorta di casa popolare, che andava subito requisita e sfollata e non dopo, ossia in seguito alla sparizione di una minore?”.
I sospetti di Feltri
Per il direttore di Libero è impensabile che solo ora i genitori della bambina siano interrogati solo ora nonostante avessero abbandonato la bambina “nel casermone dove lei circolava liberamente da sola, totalmente incustodita“. “Dato che la famiglia di Kata è povera in canna – aggiunge Feltri – non può di sicuro pagare il riscatto eventualmente richiesto per riavere la piccina“.
“Chiediamo al governo di intervenire – prosegue il direttore di Libero – per fare un po’ di chiarezza, è inammissibile che tra le varie sventatezze che sono segnalate vi sia la circostanza che l’ex hotel sia stato gestito senza titolo da gentaglia priva di scrupoli“.
“Aggiungo – chiosa Feltri – per concludere pessimisticamente, che ho un timore: che Kata sia stata uccisa perché non credo che il rapitore abbia un animo gentile né un debole per l’infanzia. “